Eri
nella carlinga con
le
ali maligne, le meridiane di morte
-t'ho
visto- dentro il carro di fuoco,
alle
forche, alle ruote di tortura.
T'ho
visto: eri tu,
con
la tua scienza esatta
persuasa
allo sterminio,
senza
amore, senza Cristo.

E
quell'eco fredda, tenace,
è
giunta fino a te, dentro
la
tua giornata. Dimenticate,
o
figli, le nuvole di sangue salite
dalla
terra, dimenticate i padri:
le
loro tombe affondano
nella
cenere, gli uccelli neri,
il
vento coprono il loro cuore.
Salvatore
Quasimodo da "Acque e terre", 1947 |
Uomo
del mio tempo
Sei
ancora quello della
pietra
e della fionda,
uomo
del mio tempo.

Hai
ucciso ancora, come sempre,
come
uccisero i padri,
come
uccisero gli animali
che
ti videro per la prima volta.
E
questo sangue odora
come
nel giorno quando
il
fratello disse all'altro fratello:
"
Andiamo nei campi".

|
Spesso il male di vivere ho
incontrato
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Eugenio Montale, da “Ossi di seppia”, 1925
|